Il giorno 14/02/20 dalle 00:00:00 alle 00:00:00
Largo Mastroianni 1, Roma
Arte Spettacolo Lazio: Sensuability, ti ha detto niente la mamma?
Si è inaugurata venerdì 14 febbraio la mostra di fumetti “Sensuability ti ha detto niente la mamma?” realizzata dall’Associazione Nessunotocchimario, con il patrocinio del Comicon, special edition “Francamente me ne infischio”. Dal 14 febbraio al 22 marzo protagonisti saranno dei corpi imperfetti ma estremamente sensuali che esprimono la bellezza e la potenza della loro diversità, strizzando l’occhiolino al cinema. Questo è stato il tema del concorso che ora culmina nella mostra, che oggi ha come protagonista il fumetto, domani la fotografia e presto un film per raccontare che tra disabilità e sessualità c’è feeling. C’è #sensuability.
Fondatrice del progetto è Armanda Salvucci, affetta da acondroplasia dalla nascita e per questo portatrice in primis di un punto di vista privilegiato sul come vengono visti i disabili in relazione alla sessualità.
Non mi piace come si tratta, o meglio, “non si tratta” questo argomento da troppi considerato un
tabù. Così è nata Nessunotocchimario, l’associazione che mi ha permesso di lanciare il progetto
Sensuability. L’arte è il seme ideale per far germogliare una cultura nuova e senza pregiudizi,
libera e inclusiva, capace di ironia e leggerezza anche su temi considerati tabù come sesso e
disabilità.
In principio fu il cortometraggio (https://youtu.be/-vs3U5rtf1Y), poi sono venute le altri parti del
progetto che vanno dal fumetto al cinema passando per la fotografia. Sono trascorsi solo 2 anni e l’associazione Nessunotocchimario è cresciuta. Giovanni Lupi e Roberto Campili, i due registi che hanno diretto il corto e scritto la sceneggiatura del mockumentary insieme a me.
Fare cultura sulla disabilità e diversità è ancora necessario. Non siamo i soli a parlare di disabilità,
ma siamo fra i pochi a presentare le persone con disabilità per quello che sono, senza i filtri del
paternalismo, del buonismo, della beatificazione. Ecco perché affrontiamo anche temi considerati
tabù come la sessualità e l’eros disgiunti dall’Amore con la “A” maiuscola, vissuti fra persone
maggiorenni e consenzienti. Il nostro obiettivo è passare dall’”ancora” al “non più”.
Finora le persone con disabilità sono state rappresentate in modo pietistico o paternalistico a
maggior ragione se si parla di sessualità e disabilità. In questo caso siamo considerati alla stregua
dei bambini o di esseri asessuati che al limite possono aspirare all’affettività. Ma non è così.
E da quattro anni mi sto battendo per cambiare le cose, o meglio, le teste. La sessualità è
un’esigenza vitale delle persone, non è un diritto. Io non ho diritto di essere amata, ho diritto però
ad avere le stesse opportunità che hanno tutti. E se ci pensiamo bene, la sessualità è un argomento
che riguarda tutti, perché in base alla concezione che solo se sei bello, prestante e fisicamente
perfetto puoi fare sesso, la maggior parte della popolazione ne viene esclusa. Di conseguenza, in un certo senso considerata disabile.
Non sto facendo questo solo per me. Io ormai sono grande e ho una vita soddisfacente. Da quando
ho iniziato questo progetto mi sono capitate molte cose belle. Ho conosciuto una mamma molto
coraggiosa, mi ha mandato la foto della sua bimba che ha la mia stessa rarità (ho l’acondroplasia
ma non la considero una malattia). Non hai idea di quanto sia bella. Guardando la foto mi è
successa la stessa cosa che è successa al critico Anton Ego in Ratatouille, in un attimo mi sono
venute in mente alcune cose della mia vita e mi sono detta: lei non dovrà viverle. Questo è il mio
obiettivo. E lo voglio raggiungere con leggerezza.
I mezzi di comunicazione esaltano il corpo e soprattutto il corpo sessuato a scapito della vera
natura dell’eros, che è una potenza unitiva totale, passione per l’altro come persona nella sua
pienezza.
Siamo stati a lungo e siamo tuttora schiavi di una concezione della sessualità intesa come
genitalità, fondata sul principio della penetrazione e quindi della prestazione.
I danni di questa concezione genitale della sessualità hanno sempre reso disabili anche le persone cosiddette normali, soprattutto le donne.
Arte Spettacolo Lazio: Sensuability, ti ha detto niente la mamma?
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