Evento Basilicata: La Notte dei Cucibocca

Categoria: Evento Province of Matera

Quando si terra' Evento Basilicata: La Notte dei Cucibocca?

Il giorno 05/01/19 dalle 19:00:00 alle 24:00:00

Dove si terra' l'evento?

Centro storico, Montescaglioso, Matera

Di cosa si tratta: Evento Basilicata: La Notte dei Cucibocca?

Evento Basilicata: La Notte dei Cucibocca
Motivazioni e simbolismi contenuti nella figura del Cucibocca sono carichi di misteri e suggestioni. Il Cucibocca è una tradizione unica in tutto il Meridione, solo a Montescaglioso si materializza in un'orrida figura in carne ed ossa, mentre in altri paesi del materano, come entità immateriale da invocare per mantenere buoni i bambini più irrequieti: una sorta di "uomo nero” dell'antichità minacciosamente evocato ed accompagnato dalla richiesta … "fate i buoni ". Dal ventre del sottoterra, sbucano di notte nei vicoli bui del paese vecchio. Se non invocato o meglio evocato, il Cucibocca abita le numerose cantine in grotta scavate nel sottosuolo. Veste di nero, coperto da un mantello o un vecchio pastrano, in testa un cappellaccio o un disco di canapa da frantoio, il viso incorniciato da folte barbe di maleodorante canapa giallastra. Al piede una catena spezzata: striscia sul selciato con un sordo e lento stridio e ne annuncia l'arrivo. I Cucibocca, a gruppi di tre o in masnade anche più numerose, e per questo ancora più inquietanti, bussano alle porte e pretendono offerte in natura. In mano un canestro con una lucerna e soprattutto un lungo ago con cui minacciano di cucire la bocca a bambini ed adulti. Scompaiono e si ritirano protetti dal buio con l’avanzare della notte. I bambini, attratti ma spaventati si rifugiano tra le braccia dei genitori e rientrano in casa: presto a letto sotto le coperte; il Cucibocca può tornare! Ed invece è la Befana ad entrare in casa, non vista, ma intuita, per colmare le calze con giocattoli, dolciumi, regali e carbone quale monito per il nuovo anno ed a pegno delle marachelle dell'anno ormai trascorso. Così come vuole la tradizione, in casa e in piazza, si consumano i nove bocconi o " nove cose " del Cucibocca, altra radicata tradizione meridionale che a Montescaglioso è associata alla vigilia dell'Epifania. Un numero secco e preciso, multiplo del tre, base di tanti simbolismi non solo cristiani. Segnacolo di un limite da non superare: sono finite le feste, la Quaresima è prossima, si limitano le libagioni e soprattutto si consumano gli avanzi di tante giornate di festa. La cucina del Cucibocca rifugge dallo spreco ed è tipica del desco contadino: povera, sobria ma anche creativa nell'impiegare al meglio il poco disponibile. Nella misteriosa e magica notte che precede l’Epifania si concentrano riti e credenze delle grandi comunità contadine che per secoli hanno maturato nel profondo della propria identità tradizioni mutuate dai tempi più remoti. Il cucire la bocca segna la fine delle libagioni natalizie. L’avvicinarsi della Quaresima induce al digiuno ed alla astinenza dalla carne, pratiche ancora vive nella vigilia dell’Epifania in molte comunità del Sud. Le anime del Purgatorio. Secondo una credenza ancora presente in molti paesi del Meridione, nella notte del 5 Gennaio, le anime dei defunti, tornano Purgatorio nel mondo dei vivi. Alla luce di una fiammella si dirigono verso le case ove hanno vissuto. Il corteo sfila nella notte più profonda, invisibile ai viventi. Nel totale silenzio della lunga notte, i viventi si barricano in casa e lasciano un’offerta, libagioni e acqua, per dissetare le anime arse dalle fiamme. Forse entreranno in casa per lasciare sul collo dell'amato/a la traccia del passaggio: il bacio dell'anima del Purgatorio. A mezzanotte le anime entrano in chiesa per la Messa: i viventi che hanno osato accompagnarle, imprigionati dalla chiusura del portone, sono destinati anch'essi al Purgatorio. Il misterioso corteo dei Cucibocca, con una fiammella in un canestro, la catena al piede e la richiesta del silenzio e dell’offerta, suggerisce una rivisitazione della processione delle anime del Purgatorio. La parola agli animali. Nella notte che precede l’Epifania, gli animali acquistano il dono della parola. Predicono l’immediato futuro ed hanno anche il potere di maledire gli uomini che maltrattano le bestie ed osano origliare il loro sommesso parlare. In questa notte la civetta (Athena noctua), simbolo della sapienza e della parola, presiede il consesso degli animali e deve impedire l’intromissione degli umani nella riunione. Il Cucibocca, con la minacciosa richiesta del silenzio, obbliga gli umani a rispettare il parlare degli animali. Nella rielaborazione popolare della credenza, sono i Cucibocca a simboleggiare gli animali che spezzate le catene della schiavitù e imposto il silenzio agli umani, si sottraggono, almeno una volta nell’anno, alla prepotenza del padrone. Il silenzio. Un suggestivo riferimento del Cucibocca è presente anche nell’Abbazia di S. Michele a Montescaglioso. Nella biblioteca del monastero è dipinta la misteriosa figura di Arpocrate, divinità egizia dedicata al silenzio. E’ raffigurato come un vecchio con un cappuccio e un mantello. Un indice è rivolto verso le labbra a chiedere silenzio. L'altro è rivolto minaccioso verso chi osserva. Dal volto pende una grande barba giallastra che ricorda la canapa con cui i Cucibocca nascondono il viso. Agli inizi del sec. XIX, dopo la soppressione della comunità monastica, l'Abbazia è assegnata in proprietà al Comune e la biblioteca diviene sede dell’ufficio anagrafe. In questo ambiente l'inquietante figura di Arpocrate incombeva sui contadini, poveri e analfabeti, che avevano la sventura di dover sbrigare pratica burocratiche. Sostavano nell’ufficio intimoriti e affascinati sotto la minacciosa figura, fino ad allora visibile solo ai monaci, ma del quale la fantasia popolare favoleggiava da secoli. Nell’immaginario popolare, dalla biblioteca del monastero la figura di Arpocrate lentamente si trasforma nella rappresentazione del Cucibocca: l’entità immateriale diventa personaggio reale. La figura del Cucibocca richiama altre suggestioni. Il volto è sempre nascosto e gli occhi mascherati ed occultati da occhiali ricavati da bucce di arancia, frutto di stagione, pulite, rifilate con grande pazienza e legate da cordini e spago. Dal volto scende lunga, folta e maleodorante, la barba di canapa legata al copricapo. Nasconde il viso poiché nessuno, e soprattutto i bambini, può conoscere le sembianze del Cucibocca. La sua vestizione avverrà nelle grotte o nei recessi dell'Abbazia al riparo da sguardi e curiosità. L'ago per cucire la bocca è la lesina o sugghia dei calzolai e dei sellai. Grande, enorme: dalla punta, ricurva e forata, pende un lungo spago. Fora le labbra come il pellame di scarpe e selle. Cuce la bocca agli adulti perché parlino e mangino meno e spaventa i bambini per strappargli la promessa di " essere più buoni ". Al calare delle tenebre le misteriose congreghe dei Cucibocca, con indosso pastrano, barba, cappellaccio ed in mano l'ago lasciano antri, grotte, tane e cantine e compaiono nei vicoli del paese. A notte fonda torneranno nelle grotte illuminate da fioche lanterne per consumare le offerte raccolte: vino, pane, formaggio e salsiccia. Sul capo del Cucibocca, un cappellaccio scuro ed unto o un disco, il fiscolo, da frantoio. Sporco e maleodorante, il fiscolo, esaurita la sua funzione nel trappeto, è usato nelle cantine per l'appoggio di damigiane e botti. E qui, nella tana scavata nel sottosuolo, è raccolto dal Cucibocca per essere usato come copricapo. Per minacciare adulti e bambini il Cucibocca è armato anche con tirasolchi: un antico attrezzo formato da un bastone avente sulla sommità un osso intriso di grasso salato. Durante l'aratura, posto all'inizio del solco aiutava i buoi, attirati dal grasso e dal sale a mantenere dritta l'andatura e quindi i solchi. Per gli umani l'ammonimento a percorrere la "retta via". In una mano o a schiena, il cesto di vimini per raccogliere le offerte in natura: non possono mancare vino, provole, soppressata, lardo, da consumare nottetempo nelle cantine fino all'alba quando il Cucibocca, al sorgere del sole torna essenza immateriale. Il corpo massiccio della misteriosa creatura è avvolto da un mantello nero a ruota, il tabarro, sotto il quale, come in uso tra briganti e pastori, si può nascondere di tutto e non solo le offerte. Con il tabarro nero i Cucibocca ricordano anche i Briganti: nell'immaginario popolare sono i buoni che rubano ai ricchi, danno ai poveri e ritorcono contro i padroni le prepotenze usate sui poveri contadini. Il rito negli anni ottanta/novanta era caduto in disuso. A partire dal 1999 CooperAttiva soc. coop, il gruppo di lavoro che gestisce il circuito di visita dell'Abbazia di S. Michele, ha recuperato e riproposto l'antica tradizione ritornata ad essere in pochi anni uno degli eventi identitari non solo di Montescaglioso ma del materano e di Parco Murgia. E' infatti una delle poche tradizioni riportabili al contesto della civiltà agropastorale che rivive e si conserva praticamente intatta. Ricerche e interviste tra gli anziani hanno permesso di ricostruire riti, leggende, narrazioni, costumi, ritmi. Nel 2015 l'evento è stato recepito nella lista del " Patrimonio Culturale Intangibile della Regione Basilicata". Nel corso degli anni la promozione dell'evento è stata attuata con un piano di comunicazione accurato e innovativo, supportato dalla grafica di Mauro Bubbico. I manifesti del Cucibocca sono ormai pezzi da collezione ed hanno trovato anche ampio spazio in rassegne e mostre. Il lavoro di Bubbico ha esplorato le suggestioni del Cucibocca, il costume, l'ago, la civetta. Il tema della paura è stato riesplorato con un manifesto dedicato a Maurice Sendak, il celeberrimo illustratore americano le cui opere hanno aggiornato i tematismi della letteratura per bambini. Il manifesto dell'edizione 2011 ha ricevuto, alla Triennale Design Museum di Milano del 2012, il riconoscimento quale uno dei prodotti grafici più importanti del design italiano dedicati al sociale realizzati nel secondo dopoguerra. Gigantografie dei manifesti del Cucibocca sono ora esposti alla decima edizione del Triennale Design Museum di Milano. Il Cucibocca è anche il coprotagonista del lungo racconto di fantascienza dedicato a Matera, "La Regina dei Sassi" scritto da Paul Di Filippo, tra i più importanti autori statunitensi di fantascienza secondo i generi steampunk e cyberpunk. Anche quest’anno, il 5 gennaio, i Cucibocca, sbucano lentamente nel centro storico, dall'Abbazia di S. Michele e dalle cantine, dopo aver completato il rito della vestizione dal quale sono categoricamente esclusi i bambini. Nessuno, tra i più piccoli, deve poter conoscere chi si nasconde dietro la maschera dei Cucibocca le cui sembianze potrebbero anche celare qualche papà dei tanti bambini che aspettano incerti, tra divertimento e paura, il comparire delle misteriose figure. Francesco Caputo, Lucia appio, Angelo Lospinuso (CooperAttiva) Informazioni CooperAttiva 0835201016 / 334.8360098 ceamonte@katamail.com

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